Lo affermano i ricercatori del Gruppo di Ricerca PAVE (Phenotypic Adaptability, Variation and Evolution) dell’Università di Cambridge, che hanno i analizzato il processo evolutivo degli uomini dalla Preistoria ad oggi rilevando che l’attività fisica può aiutarci a sviluppare ossa più forti, proteggerle, prevenire cadute e fratture.
I risultati pubblicati sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences fanno emergere che le ossa umane hanno cominciato a perdere volume e potenza con l’avvento dell’agricoltura, cioè da quando l’uomo ha iniziato ad avere stili di vita più sedentari.
Analizzando campioni di tessuto trabecolare delle teste dei femori, tessuto particolarmente esposto a rischio di frattura, appartenenti a individui di popolazioni di diverse epoche ma tutte originarie della stessa zona, l’Illinois (USA), quindi geneticamente simili, E mettendo a confronto I vari campioni, si è notato che gli individui del gruppo di cacciatori-raccoglitori vissuti 7000 anni fa avevano una densità ossea maggiore del 20% rispetto a quella dei contadini vissuti un millennio dopo.
Gli studiosi sono convinti che non sono stati i mutamenti alimentari ad influenzare il cambiamento ma è proprio la riduzione dell’attività fisica la responsabile della perdita di massa ossea e dell’aumento della loro fragilità. A causa dell’avanzamento della tecnologia e dei cambiamenti culturali, la vita degli uomini è diventata drasticamente più sedentaria specialmente negli ultimi 50 anni. Praticare esercizio fisico e avere uno stile di vita attivo a partire dai primi anni di età è il miglior metodo per rafforzare le ossa e prevenire il rischio di osteoporosi e fratture – commenta il Dottor Augusto Palermo. – Senza dimenticare che anche un’alimentazione sana ed equilibrata con il giusto apporto di calcio aiuta a difendere la salute delle ossa”.